La spinta a continuare …

… con il blog di classe viene anche da una mail trovata appena rientrata ieri sera.
Con il permesso della scrivente la riporto integralmente. Penso che le parole espresse sul blog servano a tutti noi per andare avanti in questa strada che molti hanno intrapreso proprio un anno fa.
Grazie Maria Grazia!
mtb


Ciao Maria Teresa.

Sono una quarantenne che da qualche mese, dopo una vita di matematica obliata, attraverso un percorso personale sta recuperando interesse per la materia. Ho frequentato a suo tempo il liceo scientifico e se una critica posso muovere alla scuola dei miei tempi è proprio la didattica applicata alla matematica: per anni mi hanno indottrinato con regole ed assi intersecati senza però mai darmi qualche in put relativo all’utilità, o , ancor meglio, alla filosofia sottesa a tutto ciò che mi insegnavano; oggi, allorquando il mio lavoro e la mia esistenza nulla hanno a che fare con la matematica, mi è preso un trip su questa materia e sulla sua storia; trovo appassionanti le discussioni tra De Broglie ed Einstein circa i quanti, avrei voluto conoscere Riemann e cosi via. Mi affascinano i fisici ed i matematici quanto poco apprezzo (così, tanto per dire, non sono così radicale, in realtà) gli ingegneri, che considero semplici operai che assemblano parti su cui non hanno la minima possibilità di incidenza.

Di recente mi sono acquistata un testo di Filosofia della fisica (circa 600 ppgg che non ho ancora iniziato a leggere, veramente).

Trovo umanamente determinante il pensiero matematico ed il suo sviluppo e mi rattrista sapere poco frequentate dai giovani le facoltà matematiche, poichè sicuramente lo sviluppo di una civiltà non può realizzarsi se non attraverso nuove teorie applicabili per migliorare il mondo.

La storia del pensiero scientifico è una materia che non si deve ignorare nei percorsi formativi dei giovani; essa consente di comprendere cosa è successo nella mente di persone che sono state anch’esse giovani; non solo il Che può essere modello (al di là dell fatto che lo stampino su magliette indossate senza che i più ne conoscano la biografia) ma anche Blaise Pascal o Tesla. La storia ci può insegnare a cosa può essere servito saper risolvere un’equazione di terzo grado o abbassarne il grado con Rufini, cosicchè gli alunni possano pensare di poterle usare anch’essi per trovare in futuro nuove soluzioni a problemi, non solo per risolvere semplici enigmi sulla settimana enigmistica o, al più, per calcolare l’area in mq del proprio appartamento per capire quante piastrelle comprare per rifare i pavimenti.

Quindi questa sera, quando visitando il tuo blog ho visto le composizioni di tuoi allievi relative alla produzione matematica del ‘600, mi sono illuminata, pensando che finalmente qualcosa sta cambiando; non so quanti insegnanti si muovano nella tua stessa direzione, ma è consolante sapere che qualcosa stia accadendo. Fornire elementi di conoscenza di questo genere è un cambiamento radicale verso il meglio: i ragazzi non possono essere trattati semplicemente come tabula rasa da colmare di espressioni (matematiche, grammaticali, artistiche e così via): sono persone e in quanto tali, anche per quanto riguarda l’apprendimento, hanno bisogno di capire i perchè, non solo i “percome” (Il mio ragionamento sta sconfinando, credo, nell’apprendimento cooperativo e, termine, che conio in questo momento, apprendimento democratico.)

E se riguardo la matematica ho un approccio da neofita o meglio, da amico ritrovato, ciò che riguarda i ragazzi deriva dal mio mestiere, essendo io un educatore professionale.

Quindi, al termine, il significato di questa mail è riassumibile in un apprezzamento del tuo lavoro, che, a prescindere dall’originalità del mezzo che utilizzi -il blog- che sicuramente è adeguato in termini di modernità e vicinanza ai ragazzi, ancor più è apprezzabile per i contenuti, senza i quali un bel blog sulla matematica, graficamente gradevole, perderebbe comunque molto senso.Un grafico di funzione, una poesia e un saluto ad una classe possono coesistere, non sono antitetici ma fanno parte, tutti, della nostra vita.

Un caro saluto e buon lavoro.

Maria Grazia

Alessandria




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