La quarta volta a Gubbio

Il quarto seminario sul tema “Tecnologie connettive e didattica multimediale”, conosciuto ormai, non senza una punta di orgoglio, come seminario di Gubbio, ha chiuso da poco i battenti. Se, prima di questo incontro di studi, qualcuno pensava che il blog e la sua applicazione in campo didattico, fossero ormai argomenti fin troppo dibattuti, ha certamente dovuto ricredersi nel corso dei lavori.
Il fenomeno blog è tutt’altro che in via di esaurimento e si è fortemente radicato nella società, soprattutto tra persone spesso completamente prive di competenze tecnologiche, al punto da essere diventato un oggetto di ricerche e studi sempre più approfonditi e sempre più a vasto raggio. Se a questo aggiungiamo che l’idea di connettività va di pari passo con quella di collaborazione in rete, riusciamo appena a disegnare, anche a grandi linee, il futuro di quelli che sbrigativamente vengono liquidati come “diari on line”.
Il blog è tutt’altro che una meteora, apparsa casualmente nel cielo delle tecnologie educative. Sta, piuttosto, diventando una stella di prima grandezza, all’interno di una costellazione, della quale fanno parte altri astri in via di formazione, come wiki, podcast e community, destinati a raggiungere un’importanza sempre crescente, anche e soprattutto nelle applicazioni alla didattica. I blogger, che si sono dati appuntamento all’auditorium del Liceo “Mazzatinti”, rappresentano l’avanguardia di quello che, ci auguriamo, possa diventare nell’immediato futuro, se non un vero e proprio esercito, almeno un nucleo significativo di attenti sperimentatori.
Ogni volta sorprendono la passione e l’entusiasmo, con cui queste iniziative vengono portate avanti da quanti si trovano, in prima linea, a proporre e realizzare le loro applicazioni alla didattica. Tutto questo non impedisce, tuttavia, di constatare come la strada, che si sta tracciando con fatica ed ostinazione, non sia sufficientemente frequentata.
Lungo il percorso capita, molte volte, di incontrare compagni di viaggio, altrettanto entusiasti e desiderosi di condividere la propria esperienza. Volgendosi indietro, però, si ha la fastidiosa sensazione che l’attuale mondo della scuola voglia stare alla finestra, quasi in attesa.
Forse, occorre adoperarsi di più per vincere una comprensibile forma di scetticismo, diffuso tra gli insegnanti dalle tante promesse non mantenute dalle numerose tecnologie, che nel corso degli anni sono state proposte e, a volte, imposte, al mondo della scuola, decantandone presunte virtù taumaturgiche.
Credo sia legittimo analizzare il motivo di questa riluttanza della classe docente nei confronti di qualunque novità, che possa distogliere la loro attenzione dall’ordinaria e ormai logora didattica della lezione frontale. Volendo azzardare alcune ipotesi, questa riluttanza si potrebbe attribuire al timore di inoltrarsi in un terreno insidioso come quello delle tecnologie, che si ritiene, a torto, possano richiedere competenze non accessibili ad un docente. Oppure, alla stanchezza, che si accompagna ad una professione sempre più burocratizzata, che fa disperdere energie preziose nei mille rivoli dei mille adempimenti. O ancora, alla preoccupazione di dover rinunciare alla propria autorità sugli degli allievi, quando si deve ammettere di non saperne più di loro e, comunque, non abbastanza, sull’argomento.
Come sempre, si potrebbe concludere che gli assenti hanno avuto torto. Da parte loro, è stata l’ennesima occasione mancata. Approfondendo la conoscenza dei temi affrontati nel seminario, si sarebbero potute acquisire informazioni importanti, per trovare migliori modalità di comunicazione con quei bambini e ragazzi che, quotidianamente, incontriamo in un’aula scolastica e dei quali, molte volte, dobbiamo ammettere di sapere ben poco.
Tornando ai lavori del seminario, la ricchezza e la varietà degli interventi non sono state certamente inferiori a quelle degli anni passati, con un intreccio tra ricerca e pratica educativa, che costituisce da sempre il più significativo punto di forza delle giornate eugubine. Il confronto di esperienze e di mondi diversi, ma non necessariamente separati, è stato attento ed intenso, contribuendo al reciproco arricchimento di tutti i partecipanti. Da un lato, infatti, l’analisi e la sistematizzazione delle esperienze, attraverso le puntuali ricerche condotte sul fenomeno blog in ambito universitario, è servita ad individuare, sopra un’ideale mappa del mondo delle tecnologie, le coordinate della posizione, nella quale questo ambiente didattico si colloca attualmente. Dall’altra parte, le testimonianze dirette, ricavate dalla pratica quotidiana, che alcuni relatori hanno portato come contributo personale al dibattito, sono state utili sia a confermare quanto emerso dalle ricerche, sia a suggerire nuovi filoni d’indagine. Mi piace pensare che, nel corso di questo incontro, anche tra i ricercatori possa essersi diffusa l’opinione che nel mondo della scuola, pur se a fatica e tra mille difficoltà, ci siano persone di buona volontà che cercano di stare al passo con i tempi, tentando, quanto meno, di camminare accanto ai propri allievi, pur senza rinunciare, per una precisa responsabilità educativa, a scegliere la direzione nella quale guidarli. Annotazione finale, ma non per questo di minore importanza.
Quest’anno le introduzioni e i saluti di quanti, non direttamente coinvolti nei lavori, hanno il compito di presentare e condurre il seminario, non sono stati semplicemente ispirati dalla circostanza. Si è trattato, piuttosto, di un vero e proprio contributo ai lavori, interventi organici, tralasciando i quali il seminario perderebbe parte del suo valore. Anche questo è un segno che il semplice approccio quotidiano alle tecnologie può indurre a riflessioni attente.

E-learning: panacea per i problemi della formazione ?

Il neologismo e-learning è un termine che sta riscuotendo un buon successo di pubblico e di critica, tanto che si è ormai stabilmente insediato nei diversi ambienti della formazione. Aumenta, di anno in anno, il numero delle istituzioni formative, soprattutto università ed aziende, che si avvalgono di questa modalità per attivare corsi di aggiornamento e perfezionamento, master e, in alcuni casi, lauree di primo livello. E-learning, nell’accezione comune, ha sostituito, anche se non completamente, l’ambiguo acronimo FAD (Formazione A Distanza). Quest’ultima continua, in ogni caso, ad opporre una strenua resistenza al cambiamento, sostenuta soprattutto dai cospicui investimenti, operati nel settore dalle numerose agenzie, spuntate a centinaia negli ultimi anni, e che hanno fatto della formazione un vero e proprio affare. Il concetto sotteso dal termine “e-learning”, è, innanzi tutto, più esteso del concetto di FAD, che rinvia ad una didattica incentrata più sui contenuti che sulle persone. FAD vuole esprimere un’idea neutra, cercando di collocarsi in una posizione equidistante tra i due principali attori della formazione, il docente e il discente. E-learning richiama, invece, l’idea di apprendimento (to learn = apprendere) e pertanto rivolge una maggiore attenzione al discente piuttosto che al docente. Del resto, in questa modalità di formazione, il docente scompare o, piuttosto, si trasforma nella figura del tutor on line, personaggio misterioso ed invisibile, che opera dietro le quinte; a volte è visto come una specie di deus ex machina, incaricato di sbrogliare la matassa, quando le cose si stanno facendo complicate, a volte poco più di un buon tecnico informatico, che garantisce la stabilità e la continuità del collegamento e quindi della “fruizione” dei contenuti. Scegliere tra FAD ed e-learning significa, in qualche modo, operare una scelta di campo pedagogico, schierarsi tra il vecchio che resiste e il nuovo che avanza, tra chi pone l’accento sulla “trasmissione” di contenuti e chi intende ricreare, seppure in maniera virtuale, le interrelazioni che si instaurano tra discenti e tra docente e discente in un’aula scolastica.

 Questo clima collaborativo, teorizzato nel coooperative learning e implementato in tante esperienze della scuola primaria e secondaria, tende a favorire non solo l’apprendimento puro e semplice di “contenuti” ma, soprattutto, quello di “comportamenti” e, in ultima analisi, di “competenze”. Insomma, si ripropone il dualismo tra chi ritiene che compito principale di un corso di studi sia quello di “informare” e chi invece sostiene che tale corso debba assolvere al compito di “formare”, lo stesso dualismo che nasce tra due diverse modalità di interpretare il ruolo del docente. Al momento, i due schieramenti sono in perfetta parità, ma sono sempre più diffuse modalità di FAD che potremmo definire “enhanced” (potenziate) e che consistono nell’aumentare l’interazione tra il discente, “lettore” di contenuti in Internet, e il tutor on line, attraverso l’uso di forum, e-mail e, qualche volta, chat. Siamo, tuttavia, ben lontani dalla soluzione definitiva del problema. Da una parte, è certo che queste modalità di erogazione della formazione hanno contribuito a rimuovere parzialmente gli ostacoli sul cammino della piena attuazione del processo di apprendimento-insegnamento: difficoltà di accesso alle aule ed ai laboratori, a causa del sottodimensionamento delle strutture esistenti, distanza dalle sedi scolastiche e relativi tempi di percorrenza per raggiungerle, difficoltà a sostenere i costi di soggiorno presso la città sede dell’ente di formazione, situazioni particolari dovute a condizione fisiche di inabilità, temporanea o permanente, ecc. Dall’altra parte, si impone sempre più urgentemente la necessità di cambiare il punto di vista sulla strutturazione dei contenuti “elettronici” e sulla progettazione degli ambienti virtuali, attraverso i quali avviene l’apprendimento. Eliminare la presenza del docente come intermediario tra le competenze da far apprendere – il “cosa” – e il discente è, al momento attuale, estremamente improponibile, senza un ripensamento sul “come”  fare didattica in un ambiente innovativo e ancora poco strutturato. A questo punto non resta che sospendere il giudizio sull’e-learning. Allora, FAD? No, grazie. Meglio “FAi Da te”.

MIRACOLO EUGUBINO

Nell’auditorium del Liceo “Mazzatinti” di Gubbio siamo stati testimoni, nei giorni 31 marzo e 1 aprile scorsi, di un evento che, nella realtà scolastica italiana, si può senz’altro considerare eccezionale. Sarà stata la primavera incombente che ha provveduto con un tepore gradevole a cancellare le ultime tracce del gelo invernale, fatto sta che, finalmente, la scuola tutta, dalle primarie alle secondarie superiori, ha potuto dialogare alla pari con il mondo dell’università e della ricerca, nel corso di due giorni di lavori di rara intensità.

Gli interventi che si sono susseguiti sul palco non hanno fatto altro che sottolineare e riconfermare, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il mondo della formazione e della cultura non deve e non può suddividersi tra chi esercita la prassi didattica quotidiana e chi sviluppa e approfondisce la teoresi della pedagogia, della sociologia e delle scienze della formazione. Si è sottolineata, invece, l’importanza e la necessità per chi opera sul campo di poter disporre di adeguati strumenti, per riflettere sull’esperienza effettuata e sottoporla ad una continua e serrata analisi critica, e per chi agisce nel vasto universo della ricerca di mettere alla prova le proprie intuizioni teoriche, calandole nella realtà operativa delle aule scolastiche. Insomma, si è avuta la sensazione che il concetto galileiano di ricerca applicata, riassunto nel motto “Provando e riprovando”, abbia assunto, nel corso di questo evento, una dimensione di maggiore concretezza. I numerosi interventi, che avrebbero senz’altro meritato maggiore spazio ed un pubblico più vasto, hanno ruotato intorno alla causa e principio primo di questa iniziativa, giunta alla sua terza annualità: il blog e la rete come strumenti di comunicazione e di apprendimento.

Particolare sottolineatura è stata posta sugli aspetti di collaborazione e condivisione, propri di questi strumenti e di questa tecnologia, aspetti che rappresentano, in ultima istanza, lo spirito che anima le iniziative di BlogDidattici e di quanti cooperano liberamente e spontaneamente per rendere più ampia e più solida questa esperienza. Il liceo “Mazzatinti”, la Fondazione Mazzatinti ed il suo presidente, Gianfranco Cesarini, che l’hanno sostenuta, e Maria Teresa Bianchi – alias mtb – che l’ha organizzata e coordinata in ogni sua fase, meritano senz’altro il nostro plauso ed il nostro ringraziamento. L’elemento maggiormente apprezzabile in questa polifonia di interventi è stato il completo e spontaneo armonizzarsi delle appassionate narrazioni di concrete esperienze quotidiane con interessanti relazioni, nel corso delle quali sono stati proposti utili strumenti di riflessione, capaci di aggiungere qualità e valore alle esperienze didattiche presentate.

Adesso, la necessità di trasformare questo aggregato spontaneo di competenze in una realtà maggiormente formalizzata, che possa confrontarsi alla pari con le istituzioni, si impone di necessità. La costituzione formale di una Associazione BlogDidattici non può essere rinviata ulteriormente, e su questo attendiamo le opinioni e i riscontri di quanti hanno contribuito finora a dare vita e a fare crescere una realtà non marginale e che non è più eludibile da parte del mondo della formazione.

Promosso a pieni voti

Il blog, nella sua variante specializzata per la didattica, ha affrontato in questi giorni a Gubbio le prove di maturità e le ha superate a pieni voti.  Non si è trattato di una pura formalità né tanto meno di un incontro meramente rituale e celebrativo, ma di un vero e proprio riconoscimento "istituzionale", anche se ancora non perfettamente esplicitato e formalizzato. La presenza della dottoressa Francesca Burgos, a nome e per conto del direttore generale DGSI del MIUR, ing. Alessandro Musumeci, rappresenta la prova dell’attenzione con la quale, anche nei luoghi preposti all’emanazione delle più importanti direttive sulla formazione, si stia seguendo l’evoluzione del fenomeno blog e delle sue applicazioni ed implicazioni nella didattica. L’impegno senza limiti né condizioni, profuso in questi ultimi due anni sia dall’organizzatrice del seminario (un caloroso applauso a mtb!), sia da quanti ne hanno supportato ed incoraggiato l’azione – e qui sarebbe lungo solo elencarli, ma comunque bravi tutti! – ha colto finalmente i primi frutti. Maturi od acerbi, commestibili od indigesti, sarà il tempo a farcelo scoprire. Circa le mie impressioni sull’evento e sulle conseguenze che se ne possono trarre, parlerò più diffusamente in un articolo in preparazione per la rivista on – line "Agli incroci dei venti". Mi riprometto anche di aggiungere ulteriori riflessioni e considerazioni, come corollario di questo post, primo in assoluto per quanto mi riguarda sul blog, ma certamente non ultimo né unico. A risentirci prossimante! 

Sergio