Blog e lingua straniera a Galassia Gutenberg

Blog e Lingua straniera
a Galassia Gutenberg – Napoli

Ieri mattina, poco dopo le 10, e dunque quasi in piena tabella di marcia, sala Beirut piena a Galassia Gutenberg: 100 persone, tantissimi studenti e qualche professore, a sentirci parlare di blog.
In un momento come quello – ne eravamo convinti tutti e tre – la vera parola spettava proprio ai blog. A loro, alla loro voce in rete, l’impegnativo compito di catturare, convincere, interessare, suscitare stimoli e curiosità. Né Gaetano, né Maria, né io pensavamo che fosse necessario stare lì troppo tempo a teorizzare.
Una rapida presentazione del mezzo e poi direttamente… "Weblog/We blog".
L’attenzione è stata immediata e costante, il coinvolgimento, grazie alla natura interattiva del mezzo, rapido e facile. Così la platea ha risposto alle domande dei test e partecipato ai giochi online senza la titubanza o la vergogna che spesso assale i partecipanti in sala quando il relatore gli lancia la patata bollente di una domanda.
Chi gestisce o fruisce di un blog didattico lo sa: la carta vincente è la flessibilità, la molteplicità delle opportunità offerte dal foglio-blog (che diventa facilmente una stanza, un laboratorio, una lavagna, una finestra, una porta).
La relazione ha mirato esattamente a questo: mostrare con quanta facilità si possa passare da un testo a un esercizio, da una barzelletta a un test, da un commento a un’immagine, dalla propria aula virtuale al mondo cliccando su un link.
Un blog può essere ampio quanto la rete e la rete estendersi quanto il mondo.
La lingua straniera diventa un attrezzo, una chiave, un piccone per buttare giù le pareti dell’aula e lasciare entrare luce ed aria ed altrettanta lasciarne filtrare.
L’interesse arrivato dalla sala ci ha convinti che il messaggio è passato. Ora non resta che sperare che si diffonda. E che qualcuno presto, nella stessa o dentro un’altra sala, nella nostra o in un’altra città, abbia voglia ed entusiasmo di "non parlare" di blog, ma di mostrarne uno nuovo; nuovo nuovo, appena nato, ma con già tanto desiderio di mostrarsi, di lasciarsi solleticare da uno, cento, mille mouse.

per MaraDulcetta

per MaraDulcetta

Ho cercato più volte di contattarti all’indirizzo yahoo trovato sul tuo sito, ho scritto anche sulla casella c/o il MIUR e sperato, infine, che fossi tu a trovarmi. La mia casella di posta elettronica del ministero è stracolma di spamming (da quando ho creato un collegamento alla posta da Deitschblog), tuttavia funziona ancora. Se ti va puoi contattarmi da lì, entrandoci direttamente dal mio blog di tedesco, farmi sapere a quale indirizzo privato posso scriverti e darmi la possibilità di fornirti il mio.
Mi farebbe piacere, come ho già avuto modo di dirti, una collaborazione online per il prossimo anno scolastico. A presto?
(grazie a MTB per l’ospitalità e un bacio grande)
Saluti a tutti i didatto-blogger!

Grazie, Maria Teresa…

Grazie, Maria Teresa, di rendere così intenso e vivo questo blog.
Grazie di farci sentire tutti come se, soli di fronte ai monitor, stessimo invece facendo qualcosa tutti insieme – che non è poco.
Il bel post di Carmelo Stornello mi ha fatto sentire ancora più acuto il dispiacere già avvertito di non essere stata lì con voi.
Mi fa sincero piacere che questa esperienza sia stata così proficua e bella.
Il tuo impegno lo merita. Senza dubbio.

(Saluti cari, un abbraccio e un grazie anche da zaritmac…)

Insegnamento del tedesco e computer

Ho cominciato a coniugare insegnamento del tedesco e computer da qualche anno e non mi è mai rimasta la sensazione che i miei studenti si fossero avvicinati al mezzo informatico come alla porta per una fuga dalla classe o come un’appendice legalizzata del loro cellulare per eludere la sorveglianza e navigare altrove. Forse – sicuramente – sono stata fortunata, perché ho spesso visto l’approccio ad un mezzo diverso dalla carta, la penna e la lavagna trasformarsi in un certo accanimento all’apprendere coniugato con un’attenzione diffusa al come e con una concentrazione gioiosa e giocosa nell’impadronirsi di altre strade da percorrere coi compagni e con me. La vivace concentrazione sul cosa e l’automatico conseguente rispetto del come non mi hanno richiesto troppi sforzi volti a spiegare regole di buon comportamento nella gestione dei tasti, del monitor o del mouse; non più di quanti inizialmente non ne richieda il primo scontroso incontro con banchi di contenzione, zaini mostruosamente stracolmi e cellulari da spegnere.
Quello che voglio dire è che, se è vero che nella rete non sempre sono facilmente rintracciabili una approfondita conoscenza o un dovuto rispetto della netiquette, è pur vero che questa situazione non peggiora se i navigatori sono docenti e studenti a galla nello sforzo di un doppio navigare, nel mare del web e in quello della sperimentazione didattica. Anzi: la finalizzazione del viaggio pone paletti che diventa più facile non superare rispetto a quanto avviene nel mare aperto di uno schermo acceso (e con diretto anche se illusorio accesso) sul mondo senza che se ne sappia e se ne chieda il perché.
Il mio pensiero è che la comunicazione e la conoscenza abbiano seguito con grande disciplina la regola plurisecolare di adattamento della specie all’ambiente per sopravvivere. Le parole, fossero solo segnali di comunicazione o si facessero culle di cultura e sapere, hanno cercato sempre un modo per passare. Per sopravvivere. Persino diventando altro da sé. Non paga, credo, storcere il naso snob di fronte alla volgarità di un bit o all’inesteticità di un topino di plastica; la cultura, la conoscenza, il sapere o anche più semplicemente – ma non meno significativamente sul piano educativo – il comunicare navigano anche questi mari, si lasciano impigliare nelle maglie della rete, cercano strade per raggiungere anche chi toglie volentieri dalla borsa due tre libri purché resti lo spazio per il cellulare. Che noi docenti dobbiamo assumerci una responsabilità educativa anche in questo settore mi pare fuori di dubbio. Ma anche in questo caso la mia esperienza personale (e dunque discutibile e parziale) mi ha mostrato come strada più efficace quella dell’apprendere in presenza, dell’imparare nel fare anche il come è giusto fare. Ho spesso pensato (e ancora una volta mi si perdoni ancora la soggettività dell’opinione) che la noia sia spesso una delle madri della cattiva educazione.
La prima volta che ho portato i miei allievi in internet qualcuno ha provato a chattare, poi si è incuriosito nel vedere gli altri tentare approcci in lingua straniera in camere chat tedesche e si è unito agli altri. Ne ho visti molti, tra i miei studenti meno motivati e meno bravi, preoccuparsi della correttezza ortografica di quello che stavano per pubblicare nel momento in cui si sono sentiti attori protagonisti di un blog sul palcoscenico internazionale del Web theatre. E oggi, mentre tutti mi chiamano più ancora di quanto io riesca a seguirli e a rispondere loro, a nessuno resta il tempo per navigare altrove, o riversare sciocchezze in qualche casella postale.
Mi scuso davvero della lunghezza del post.

Notizie da Deutschblog


Notizie da Deutschblog


Riporto con piacere il contenuto di una mail della collega Rita Mazzocco, dove sono spiegati gli ultimi aggiornamenti del suo blog didattico. Il confronto di esperienze è sempre molto importante.

mtb


Carissima Maria Teresa,

mi permetto di approfittare della tua gentilezza per inviarti un breve aggiornamento sull’attività del Blog in tedesco che gestisco.

So che ci segui con simpatia e te ne ringrazio, soprattutto perché il tedesco non è proprio di facile leggibilità come altre lingue per le quali la conoscenza dell’italiano aiuta nella decodifica.

Proprio perché immagino che non sia facile (se non impossibile) seguire le attività svolte su un blog completamente in lingua straniera, mi permetto di aggiornarti brevemente e lo faccio perché vedo con piacere quanto appassionatamente segui questa esperienza dei blog didattici.

La mia esperienza con questo blog si sta rivelando stimolante e proficua, forse anche oltre le mie aspettative.

Gli allievi stanno partecipando con un interesse che si riflette e si riversa nell’attività di classe, spingendo a continue richieste di chiarimenti e approfondimenti per la voglia di non sfigurare online.

Il che è sicuramente un modo diretto di sentire la lingua come mezzo e non come sola materia di studio.

Sono stata particolarmente fortunata perché siamo stati “trovati” per caso (magia del web!) da una gentile bloggista svizzera che si è offerta di farci da amica di penna online, sia fornendoci l’indirizzo del suo blog per lasciare commenti, sia intervenendo direttamente (l’ho invita a scivere con noi, oltre a lasciare commenti) e sta partecipando attivamente, fornendo modelli autentici di lingua, anche in modo misurato e adeguato ai livelli delle mie classi e svolgendo lei stessa i compiti che via via vedono impegnati i miei allievi (presentarsi, descriversi, parlare di hobbys e così via).

Inoltre, scrivono su Deutschblog gli allievi di una classe III di un Istituto linguistico di Pozzuoli. E sia questi ultimi, sia gli allievi del Filangieri, sono ansiosi di scambiarsi notizie personali e di usare il tedesco come lingua veicolare di una comunicazione tra potenziali amici che magari alla fine coroneranno lo scambio con un incontro faccia a faccia.

Altra cosa che volevo segnalarti è che ho realizzato un secondo blog (linkato a Deutschblog) che è riservato a contenere ripetizioni grammaticali, consigli, piccoli aiuti, testi e test relativi di volta in volta all’attività che stiamo svolgendo. Puoi visitarlo all’indirizzo www.testeundtexte.splinder.it e, se credi, aggiungerlo nella parte di blogdidattici dove sei stata così gentile da ospitare i blog didattici del Filangieri.

Infine, ho linkato deutschblog (link: Materialen aus Filangieri) a un sito in continua costruzione dove vengono raccolte le esperienze didattiche realizzate per via informatica dagli allievi di tedesco delle mie classi in vari anni scolastici. Per il momento contiene solo un ipertesto realizzato dalla classe quinta dello scorso anno, ma alla fine di quest’anno scolastico vi verranno inseriti anche i prodotti realizzati su/o grazie a Deutschblog.


Spero di non averti tediata.

E ti ringrazio di aver creato uno spazio di confronto su Splinder, che è di conforto e stimolo a tutti noi.


Ti lascio i miei più cari saluti,

Rita Mazzocco