5 pensieri su “Cultural divide

  1. Credo che non si possa parlare di blog, anche se didattici, se non si ha una visione più ampia delle tecnologie che ci circondano e di ciò che nel mondo ruota intorno ad esse.

    Per noi docenti sono fonte di innovazione – rinnovamento dei nostri percorsi didattici, ma non dobbiamo dimenticare che oggi c’è il blog, domani qualcos’altro con cui confrontarci e … accetteremo la sfida come stiamo facendo ora con il blog.

    mtb

  2. Per me l’articolo è interessante. In particolare mi sono riconosciuta nel ritratto di chi impiega del tempo a “spiegare, argomentare e illustrare logiche nuove travestite da tecnologie”: non è proprio questo che spesso facciamo noi di blog didattici? E non abbiamo nemmeno paura, come la hanno i giornalisti, di essere “soppiantati” perchè da sempre gli insegnanti *desiderano* di essere superati dai loro allievi!

  3. Carmelo, può darsi che tu non trovi nessuna attinenza con i blog didattici, io ne trovo molta,invece, poiché l’articolo di Granieri parla di “cultural divide” di come le tecnologie dell’informazione e comunicazione si stanno diffondendo, cosa stanno cambiando, come lo stanno cambiando ecc.

    Ad ogni modo, la mia è solo una segnalazione, ma se infastidisce posso sempre toglierla.

  4. Scusa Carla, ho utilizzato il link ed ho leto i commenti. Mi chiedo, a quale proposito questa segnalazione? Qual è la specificità che lo avvicina a “Blogdidattici”?

    A mio modo di vedere nulla, ma è possibile che io sia preso da demenza senile (precoce, spero)

    Carmelo

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