ulteriori riflessioni sul blog…

la mia esperienza è limitata al blog scolastico strettamente collegato con la didattica della mia materia, quindi non mi sento di confermare o smentire quanto commentato da Fabio.Curiosando fra i vari blog che si possono trovare in internet , ho riscontrato che quelli a carattere personale sono editati da singoli che esternano i loro pensieri e bisogni attraverso questo sistema di comunicazione velocissimo ed estremamente semplice. Credo che l’impiego didattico abbia finalità diverse, nel senso che un insegnante avvicina i ragazzi a questo tipo di media per avere riscontri e scambi comunicativi non tanto sul vissuto personale quanto su attività legate all’esperienza scolastica. Il blog Parolandia ha questa finalità , principalmente rendere noto ai genitori il lavoro svolto durante le ore di laboratorio di italiano in tempo reale, per far conoscere ai ragazzi delle altre classi il tipo di lavoro che noi svolgiamo, per interagire col lavoro dei loro coetani che stanno portando avanti sull’altro blog della scuola “Luisascuola”. Insomma credo che le finalità siano diverse, un conto sia offrire alla rete il proprio vissuto personale ed un’altro sia condividere esperienze scolastiche . Credo che il blog sia uno strumento molto duttile e che si possa prestare a molteplici funzioni, dipende dal significato che se ne vuole attribuire. I miei ragazzi sono entusiasti nel vedere i propri piccoli lavori comparire in rete, a loro sembra di essere “famosi”, il solo fatto di sapere che chiunque possa leggere i loro post li rende orgogliosi. E’ un’esperienza che abbiamo appena iniziato, ma che sta dando già i suoi frutti, in termini di interesse , motivazione e spirito critico.

Patrizia

Ancora riflessioni sul blog

Vorrei aggiungere alcune considerazioni in merito alle riflessioni sul blog pubblicate poco tempo fa. Alcuni colleghi lamentavano un calo di entusiasmo da parte dei loro alunni nel pubblicare materiale su blog, tu facevi notare che molti blog sono scatole vuote. Sicuramente attivare un blog significa anche scontrarsi con problemi tecnici e organizzativi che a volte frustrano la buona volontà di un docente. Se dovessi fare perno solo sull’utilizzo dell’aula di informatica, probabilmente anch’io avrei già rinunciato. Penso invece che sia fondamentale che tutti i ragazzi provvisti a casa di connessione a internet, utilizzino il blog in quella sede, lasciando spazio nell’aula di informatica della scuola solo agli alunni che a casa non dispongono della connesione.
Per quanto riguarda l’aspetto dell’entusiasmo dei ragazzi, mi sento di dire che il blog classico, usato come diario in cui gli alunni scrivono un po’ come scrivessero nel loro diario, raccontando progetti scolastici, interrogazioni, vacanze, mi lascia perplesso. E’ un tipo di blog che non si basa su un progetto preciso.
L’obiettivo di questo genere di blog sarebbe tra l’altro quello di sviluppare la comunicazione emotiva tra alunni e con il docente. Metodologia poco convincente perché si tende a forzare gli alunni a parlare di sé con risultati chiaramente artificiosi perché stimolati direttamente dal docente e non raggiunti attraverso la mediazione di un progetto. Non mi stupisce il fatto che dei bambini sentano il loro entusiasmo calare perché percepiscono (non è importante se la percezione si riferisca a qualcosa di vero o meno) di essere costretti a dire cose carine(vedi il post di Leila). Penso che un progetto strettamente legato alla propria materia di insegnamento sia fondamentale. Attraverso un lavoro molto tecnico e regolato nelle procedure si può sviluppare anche la comunicazione emotiva. E’ una comunicazione che si sviluppa indirettamente, senza che i ragazzi si sentano obbligati a parlare di qualcosa che riguarda loro stessi, perché il loro obiettivo rimane quello di eseguire i compiti richiesti dal docente.
Insomma, non credo all’impiego didattico del blog come diario personale.
Sicuramente può avere senso come giornalino di classe o d’istituto, ma molto di più, mi ripeto, come strumento strettamente legato a un progetto relativo alla propria materia di insegnamento.
Un saluto a tutti

Bloggando s’impara

Gli interventi dei ragazzi di Castiglione e di Rapagnano nella manifestazione del 6 Novembre


Bloggando s’impara


dal blog il c@ffè dei lettori


Leggete ciò che hanno scritto i bambini: fa veramente riflettere sull’ uso del blog in didattica. Sento ancora le loro voci mentre pronunciavano queste parole:


Allargare le nostre possibilità di comunicare , conoscere: questo è il vero senso dei blog, fidatevi di noi ragazzi e delle nostre capacità…CI SERVE INTERNET!!!


Quando ci succedeva qualcosa di straordinario eravamo contenti perché avevamo qualcosa di straordinario da raccontare agli altri.


Ho imparato anche molte cose dal blog, per esempio come formulare una comunicazione ed a fare molti meno errori di ortografia ed evitare così, figuracce “pubbliche”.


 



Il blog ci prese molto ma non ci fece abbandonare la nostra passione per la lettura.


 



L’esperienza che sto vivendo, avendo un blog personale, è molto bella perché è come avere un “proprio punto di riferimento”.


 



Il blog è ormai la seconda porta della nostra aula, la prima ci mette in comunicazione con gli amici della nostra Scuola, la seconda ci mette in comunicazione con il mondo.


 



Senza comunicazione,che mondo ci sarebbe??


 



Con il blog, si incontrano persone che si ha voglia di conoscere di persona e allora si fa tanti chilometri per incontrarle, come abbiamo fatto noi.

Il blog didattico

Semplicemente… un blog.

Bella e stimolante l’esperienza del gruppo blog alla Mediaexpo.

Scambiarci idee e capire di avere affinità didattiche con i colleghi, che ho finalmente conosciuto di persona, è stato entusiasmante. Abbiamo subito fraternizzato ed io mi sono arricchita di tante belle esperienze. Ci siamo scambiati opinioni sull’uso del blog a scuola ed abbiamo convenuto che esso ha aperto nuove possibilità per comunicare ed imparare.

Quando sono venuta a conoscenza di questa nuova forma di comunicazione, ho pensato che sarebbe stato interessante inserirla nella mia didattica, perché mi è subito parsa idonea per uno scambio di esperienze scolastiche tra alunni vicini e lontani ed ho pensato che la mia classe avrebbe comunicato volentieri idee e pensieri con i coetanei, superando i confini dell’aula.

Così è avvenuto. I ragazzi hanno trovato stimolo a trasmettere le proprie considerazioni sull’attività scolastica e la coscienza di essere ascoltati da altri coetanei ha fatto loro apprezzare in modo particolare ciò che vivono a scuola ed il lavoro ha assunto più senso perché condiviso.

Ed è proprio la condivisione la caratteristica più importante, a mio avviso, del comunicare attraverso la rete. Condividere è rendersi consapevoli che la nostra storia procede in comunione con altri che hanno gli stessi bisogni e desideri. Nel processo dell’apprendimento camminare insieme arricchisce, accresce l’autostima, abitua all’accettazione dell’altro e fa sentire partecipi di una crescita comune. Oggi i ragazzi apprendono da fonti diverse e la scuola entra in gioco, offrendo stimoli sicuri ed efficaci ed educa il fanciullo all’uso corretto della rete.

In particolare, La storia meravigliosa del mondo dei fanciulli che è nata sul blog Luisascuola, accanto ai diari, ha l’intento di fare amare l’attività del comporre, stimolare la creatività e comunicare a molti. Inoltre, l’invito che la classe fa ad altre Scuole e ai Genitori di postare insieme ha l’intento di creare un prodotto che sia il risultato di una collaborazione e di instaurare un bel rapporto scuola-famiglia, perché gli alunni siano a proprio agio nella scuola che assume una valenza più significativa.

Spero che questa nuova esperienza possa avviarsi bene e di vedere attuata presto la collaborazione di altre scuole e dei Genitori della classe anche attraverso

semplicemente… un blog.

Maria Luisa.

Il 6 novembre a Castiglione delle Stiviere

Ho vissuto il fermento e l’emozione della premiazione di “Libri sotto l’ombrellone“,


inziativa nata dalla collaborazione tra i blog


Il c@ffè dei lettori , maestraleila , TerradiMezzo.


Momenti indimenticabili di profonda condivisione, collaborazione, entusiasmo e vita vera!


Non ho veramente parole per descrivere ciò che ho provato all’urlo dei bambini:


mtb!! mtb!!…c’è mtb!!!”


Sono stati tutti fantastici: ragazzi, docenti, genitori … un grazie dal più profondo del cuore.


Grazie Leila, Teresa, Carmelo!!
mtb



La spinta a continuare …

… con il blog di classe viene anche da una mail trovata appena rientrata ieri sera.
Con il permesso della scrivente la riporto integralmente. Penso che le parole espresse sul blog servano a tutti noi per andare avanti in questa strada che molti hanno intrapreso proprio un anno fa.
Grazie Maria Grazia!
mtb


Ciao Maria Teresa.

Sono una quarantenne che da qualche mese, dopo una vita di matematica obliata, attraverso un percorso personale sta recuperando interesse per la materia. Ho frequentato a suo tempo il liceo scientifico e se una critica posso muovere alla scuola dei miei tempi è proprio la didattica applicata alla matematica: per anni mi hanno indottrinato con regole ed assi intersecati senza però mai darmi qualche in put relativo all’utilità, o , ancor meglio, alla filosofia sottesa a tutto ciò che mi insegnavano; oggi, allorquando il mio lavoro e la mia esistenza nulla hanno a che fare con la matematica, mi è preso un trip su questa materia e sulla sua storia; trovo appassionanti le discussioni tra De Broglie ed Einstein circa i quanti, avrei voluto conoscere Riemann e cosi via. Mi affascinano i fisici ed i matematici quanto poco apprezzo (così, tanto per dire, non sono così radicale, in realtà) gli ingegneri, che considero semplici operai che assemblano parti su cui non hanno la minima possibilità di incidenza.

Di recente mi sono acquistata un testo di Filosofia della fisica (circa 600 ppgg che non ho ancora iniziato a leggere, veramente).

Trovo umanamente determinante il pensiero matematico ed il suo sviluppo e mi rattrista sapere poco frequentate dai giovani le facoltà matematiche, poichè sicuramente lo sviluppo di una civiltà non può realizzarsi se non attraverso nuove teorie applicabili per migliorare il mondo.

La storia del pensiero scientifico è una materia che non si deve ignorare nei percorsi formativi dei giovani; essa consente di comprendere cosa è successo nella mente di persone che sono state anch’esse giovani; non solo il Che può essere modello (al di là dell fatto che lo stampino su magliette indossate senza che i più ne conoscano la biografia) ma anche Blaise Pascal o Tesla. La storia ci può insegnare a cosa può essere servito saper risolvere un’equazione di terzo grado o abbassarne il grado con Rufini, cosicchè gli alunni possano pensare di poterle usare anch’essi per trovare in futuro nuove soluzioni a problemi, non solo per risolvere semplici enigmi sulla settimana enigmistica o, al più, per calcolare l’area in mq del proprio appartamento per capire quante piastrelle comprare per rifare i pavimenti.

Quindi questa sera, quando visitando il tuo blog ho visto le composizioni di tuoi allievi relative alla produzione matematica del ‘600, mi sono illuminata, pensando che finalmente qualcosa sta cambiando; non so quanti insegnanti si muovano nella tua stessa direzione, ma è consolante sapere che qualcosa stia accadendo. Fornire elementi di conoscenza di questo genere è un cambiamento radicale verso il meglio: i ragazzi non possono essere trattati semplicemente come tabula rasa da colmare di espressioni (matematiche, grammaticali, artistiche e così via): sono persone e in quanto tali, anche per quanto riguarda l’apprendimento, hanno bisogno di capire i perchè, non solo i “percome” (Il mio ragionamento sta sconfinando, credo, nell’apprendimento cooperativo e, termine, che conio in questo momento, apprendimento democratico.)

E se riguardo la matematica ho un approccio da neofita o meglio, da amico ritrovato, ciò che riguarda i ragazzi deriva dal mio mestiere, essendo io un educatore professionale.

Quindi, al termine, il significato di questa mail è riassumibile in un apprezzamento del tuo lavoro, che, a prescindere dall’originalità del mezzo che utilizzi -il blog- che sicuramente è adeguato in termini di modernità e vicinanza ai ragazzi, ancor più è apprezzabile per i contenuti, senza i quali un bel blog sulla matematica, graficamente gradevole, perderebbe comunque molto senso.Un grafico di funzione, una poesia e un saluto ad una classe possono coesistere, non sono antitetici ma fanno parte, tutti, della nostra vita.

Un caro saluto e buon lavoro.

Maria Grazia

Alessandria




Libri sotto l’ombrellone

Il c@ffè dei lettori, in collaborazione con il blog della maestra Leila e del maestro Carmelo, bandisce il


CONCORSO


“Libri sotto all’ombrellone”


Le migliori recensioni dei libri letti durante le vacanze


leggi il regolamento *caffè*1


da Terra di Mezzo: La Giuria


La premiazione si svolgerà a Castiglione delle Stiviere, il 6 novembre 2004. A Leila, Teresa e Carmelo auguro buon lavoro e complimenti per questa bellissima iniziativa.
mtb



riflessioni sul blog

Carissimi,
ho pensato di copiare su post ciò che avevo scritto nei commenti rispondendo a mtb.

Carissima mtb ,
anch’io, sulla base dell’esperienza sino ad ora fatta, credo ancora nell’importanza dell’uso della rete, e dei blog in particolare, nella didattica. Ancora mi sento in fase di sperimentazione con tutta la curiosità, le difficoltà, le delusioni che questo comporta,  ma anche con  la gioia di scoprire nuovi percorsi, superare difficoltà e poter così  proseguire in questo cammino.

 Ti racconto le ultime nuove dalla mia classe: da diverso tempo avevo notato che i miei ragazzi partecipavano con meno entusiasmo al blog di classe e/o personali.(è vero che con un solo computer collegato ad  interne le attese per ogni bimbo sono interminabili) ma non mi sono arresa ad una spiegazione, tutto sommato, per me comoda anche se spiacevole: non ne hanno più voglia!
 Pochi giorni fa, ho affrontato con loro il “problema” della comunicazione partendo sì dal blog ma parlando poi della comunicazione in generale, riflettendo sulle nostre modalità comunicative nella vita di ogni giorno.
E’ a questo punto che una  una ragazzina  mi ha detto, con molta sofferenza, che, negli ultimi tempi, quando scrive o risponde sul suo blog, o quello di classe, non si sente più “vera” perché quasi costretta a dire certe cose sempre carine  anche quando non ne avrebbe voglia o non le pensa…subito altri bambini hanno confermato che anche per loro è vero, che non si sentono naturali, liberi. E’ stata per me un’illuminazione: ecco l’inghippo!!!! Non puoi immaginare la mia gioia!
Ho detto  loro che , a volte, mi  succede la stessa cosa e che affronteremo il problema insieme.
La bambina in questione ha ripreso subito a scrivere sul suo blog con entusiasmo!  Desidero al più presto continuare con loro il discorso perché, ne sono sicura, saranno essi stessi a indicarmi la strada per un uso del blog a loro misura e, forse, in un modo per me inaspettato e più creativo. Un abbraccio. Leila

riflessioni sul blog

anch’io sono convinta che il blog didattico sia uno strumento semplice e valido di espressione, che però non deve mai dare adito a discorsi sgrammaticati o vuoti; certo un minimo di concessione a desideri giovanili di esibizione, di “esserci”, forse si può concedere a chi è giovane e guarda alla vita con emozione. Il problema mi sembra: parliamo, se abbiamo qualcosa da dire… e i giovani sentono il bisogno di esprimersi? e di che cosa vogliono parlare?